Giorgia Meloni, l’elogio tedesco manda in crisi la sinistra
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Giorgia Meloni, l’elogio tedesco manda in crisi la sinistra

Giorgia Meloni

Il Die Welt elogia Giorgia Meloni: l’economista Baverez smonta le critiche della sinistra e riconosce i successi economici del governo.

Da quando Giorgia Meloni è salita a Palazzo Chigi nel 2022, il panorama politico italiano e internazionale ha osservato con attenzione ogni sua mossa. Critiche, allarmi e paragoni storici hanno spesso accompagnato il suo nome, evocando scenari cupi e riferimenti ingombranti. Tuttavia, non tutti i commentatori stranieri condividono queste letture.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Giorgia Meloni – newsmondo.it

Una voce autorevole dall’estero sorprende l’Italia

Dopo la Bild, anche Die Welt, importante quotidiano tedesco, ha deciso di dedicare spazio alla leader di Fratelli d’Italia. In un editoriale firmato da Nicolas Baverez, noto economista e saggista francese, emerge un giudizio netto e inatteso: “Meloni presenta un bilancio positivo e si è affermata come una figura forte in Europa.”

La testata tedesca affida a Baverez un’analisi che parte proprio dalle previsioni disattese. Nonostante le accuse di autoritarismo e nostalgie fasciste mosse dalle opposizioni italiane e da parte dei media esteri, la premier si è distinta per il rispetto delle istituzioni e per la stabilità garantita al Paese. Un risultato che, spiega Baverez, la pone in contrasto con la crisi di altri modelli europei: “È una leader forte che rispetta la Costituzione, garantisce stabilità al governo e alle istituzioni, in un periodo in cui, per esempio, la Quinta Repubblica francese ricade negli errori e nell’impotenza della Quarta Repubblica.”

I numeri che confermano l’analisi

Il giudizio positivo non si ferma alla politica. Baverez entra nel merito dei risultati economici: “La sua politica di ripristino della sicurezza e di lotta all’immigrazione illegale, attraverso il controllo dei flussi e l’esternalizzazione dei migranti – soprattutto verso Tunisia e Albania – può essere considerata un successo: il numero di ingressi illegali è diminuito del 58% nel 2024.”

Parallelamente, la premier ha affrontato il nodo della regolarizzazione, rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro: “Contemporaneamente, Meloni ha legalizzato lo status di 450.000 persone entrate nel paese, rispondendo così alla domanda di manodopera delle imprese. Attualmente, i lavoratori stranieri sono 2,4 milioni, pari al 10,1% della popolazione attiva, che produce l’8,8% del PIL.”

Anche i dati macroeconomici confermano la linea tracciata: “L’economia italiana mostra una dinamica positiva, superiore alla media della zona euro. Grazie a una distribuzione efficiente del piano europeo di rilancio da 194 miliardi di euro, l’economia è cresciuta dello 0,7% nel 2023 e 2024. Il tasso di occupazione ha raggiunto il valore record del 63%, mentre la disoccupazione è scesa dal 7,1% al 6,2%.”

E infine, il risultato che più di tutti spiazza i critici: “L’Italia è anche uscita dalla trappola del doppio deficit. Nel 2024 è stato l’unico paese del G7 a registrare un avanzo primario, pari a 9,6 miliardi di euro (0,44% del PIL). Il deficit pubblico è sceso dal 7,2% al 3,4% del PIL e dovrebbe scendere sotto il 3% quest’anno. Il debito pubblico si è stabilizzato al 135,3% del PIL, mantenendosi su un livello sostenibile.”

La conclusione di Baverez, riportata da Die Welt, suona come una risposta definitiva alle accuse delle opposizioni: “La politica di Meloni non è neofascista. Non si propone come rivoluzionaria, non mira a una sintesi tra socialismo e nazionalismo né a superare la divisione tra destra e sinistra, ma piuttosto a ristabilirla.”

Un giudizio che, arrivando da una firma autorevole e da un quotidiano straniero, mette in difficoltà chi in Italia continua a leggere l’azione di governo solo attraverso lenti ideologiche.

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ultimo aggiornamento: 6 Maggio 2025 12:46

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